Sabaudia, 24 gennaio 2009
Con circa trenta gradi in meno fà un pò di rabbia raccontare quello che è successo fino a ieri.
Una lunga sosta in attesa di partire per Rio de Janeiro mi aspettava nell’aeroporto di Montevideo.
Undici ore passate praticamente insonni in attesa del primo volo che alle 6 del mattino mi avrebbe portato a Sao Paolo in Brasile.
Da li uno spostamento di circa un ora via bus per cambiare aeroporto e quindi finalmente volare a Rio.
Una settimana vissuta intensamente, in una città che difficilmente lascia indifferenti.
L’ostello “Cabana Copa” a Copacabana vicino la stazione del metrò Arcoverde è una scelta che si rivela azzeccatissima.
Grande Staff, bella gente, bar aperto sino alle 23, zona relax con divani e puff, chitarre, libri , pulito e cosa mai vista in un ostello letto rifatto ogni mattina !
Organizzare le giornate e le serate è facile con questa compagnia.
Copacabana spiaggia icona del Brasile, film, documentari mille foto ovunque ma a mio a viso un pò sopravvalutata.
La non lontana Ipanema risulta più interessante e intrigante, oltre i migliaia di turisti anche i giovani Carioca si riversano sulla sua spiaggia.
Una lunga distesa di sabbia fine, l’acqua di un verde chiaro e dalla temperatura perfetta.
Non si vedono molto quelle “sfaccettature”, quei corpi divenuti simbolo della bellezza brasileira, buona media ma lontana dagli standard proposti dalle pellicole cinematografiche.
In mezzo a quella natura lussureggiante su quel trenino sembrava di non essere in una metropoli, salendo verso l’alto squarci di panorami incredibili s’aprivano verso la città.
Trovarsi li su fra le nuvole, un tempo mutevole che se possibile rendeva ancor più affascinante la vista del Cristo Redentore del Corcovado.
Cristo Redentore, Corcovado – Rio de Janeiro ’10
Incredibile, una di quei luoghi che se si ha la fortuna nella vita non si può lasciar scappare di visitare.
Come l’esperienza unica di entrare nel tempio del calcio, uno stadio mitico quel Maracanà che la mia generazione ha conosciuto tramite le improbabili avventure di Oronzo Canà in quel di Rio.
Maracanà Stadium – Rio De Janeiro ’10
Una veste più a misura d’uomo quella che oggi l’ha portato a contenere “solamente” novantamila tifosi, in attesa d’ulteriore metamorfosi in vista dei futuri mondiali brasiliani.
Il Flamengo in svantaggio ed arrancando un pò alla fine con un 3 – 2 porta a casa i tre punti nel primo match del nuovo campionato.
Sugli spalti la torcida rosso nera è presente in buon numero a sostenenere ed incitare i propri giocatori, non più di 17000 in tutto lo stadio.
Ma al solo pensiero che in tempi oramai lontani sia riuscito a contenere ben 210000 persone fà venir la pelle d’oca.
Non molto lontano percorrendo il tragitto in bus l’imponente Sambodromo che tra circa un mese si riempirà di colore e musica nella festa più grande del globo: il Carnevale.
Tra pasti consumati tra “Salgado” e fantastici frullati di frutti tropicali nei chioschetti di Copacabana alternati a ottimi BBQ in ostello, si alternano le giornate.
Non c’è riposo nelle notti Carioca, se si vuole ogni sera è buona per trovarsi tra le Sambe dei Club e dei bar di Lapa, come fra le strade più trendy di Leblon, ogni angolo della città è un buon pretesto per fare le ore piccole.
Salire in cima al “Pan di Zucchero” , vedere da una prospettiva opposta la città avere di fronte il Cristo Redentore e tutto intorno la città che si illumina dopo il tramonto.
Pochi minuti ancora prima della tempesta, le nubi inghiottono il panorama dietro al Corvovado saette inquietanti attraversano il cielo, sembra il giudizio universale, un attimo da fermare in un quadro d’autore.
Un ora bloccati li su in cima, un vento imponente, anche questa rimane un esperienza unica …
E’ sempre una sensazione appagante quella di trovarsi nel solleone quando sull’altro emisfero si sà che l’inverno è in piena forza.
Qualche giorno di mare a Rio, è proprio quello che ci serve, vacanza pura cercando di dimenticare per un momento la vita che m’aspetterà di ritorno in europa.
Le ultime giornate per godersi appieno il viaggio, il centro città caotico è moderno, qualche edificio coloniale che si perde tra i moderni grattaceli.
Un caldo che lascia senza fiato, una Rio diversa da quella delle spiagge e dei quartieri a Sud tra Ipanema & Copacabana.
E li dove meno te l’aspetti la stazione del tram per Santa Teresa, quartiere fra le colline di Rio impossibile far a meno di visitarlo.
Vera “chicca” già da solo vale il prezzo di tutta la visita qui, alla cifra “stratosferica” di 60 centesimi di Reais ci si immerge in una Rio diversa.
Passando sopra “Arcos di Lapa” , in un attimo si è già tra le calme stradine di Santa Teresa, strade acciottolate, tranquilli scorci di case, colori e ritmi diversi dalla movida degl’altri quartieri della città.
Si sfiorano case, alberi, auto in sosta, il tram sembra non dimostrare la sua età arrancando fra le salite.
Tram, Santa Teresa – Rio De Janeiro ’10
Qualche temerario si appende sull’esterno mancando per un nulla ogni volta il contatto fatale.
Sono pochi, cosa ben diversa dal ricordo dell’incontro dell’immancabile Oronzo con Gigi & Andrea …
Fà molto caldo, tra i vicoli quando decido di scendere per scattare qualche foto, c’è poca gente in giro, il quartiere sembra abbastanza sicuro, infinito è il numero di soggetti, di angoli da catturare in qualche immagine.
Fantastica la vista sulla città che si apre di tanto in tanto, un punto di vista privilegiato, una oasi lontana ma vicinissima da tutto quello che la città produce attorno.
Una settimana intensa, un esperienza di viaggio fantastica.
Un viaggio molto diverso da quello preventivato, fatto di poche certezze e di molti posti da scoprire in maniera naturale e senza troppi “paletti” dettati da scadenze e ritmi già decisi in partenza.
Un cambiamento in corsa, anzi all’avvio, un viaggio più tradizionale nei luoghi, ma non nell’esperienza unica di viverlo in puro stile backpacker, incontrando decine di persone, ognuna con la sua storia, la sua avventura.
Dove il punto d’incontro è il viaggio e la voglia di sentirsi parte di una visione diversa, un angolo privilegiato, un punto di vista di chi cerca di conoscere i luoghi vivendoli, e condividendo le proprie esperienze con gli altri viaggiatori.
Racconti che sorseggiando una birra gelata al “Cabana Copa”, danno il vero senso a tutto il viaggio, bei momenti difficili da dimenticare per chi già vede il futuro ben altri tipi di viaggi per mare …
Ma dove finisce un avventura già si inizia a sognare la prossima, sempre zaino in spalla ovviamente.
Rispondi