Civitavecchia, 23 ottobre 2009
Un mare di frasi, proposte, le più sconnesse e legate solamente a sentito dire, a pareri di chi poi, quel posto l’aveva visitato solo perche era alla moda andarci.
Il viaggio per molti al giorno d’oggi è conformismo, illusione collettiva che trovarsi in un posto rinomato accresca il proprio appeal fra gli amici e colleghi di lavoro al ritorno dalle ferie.
Insomma solo per dire: “IO ci sono stato”, con l’io ben in evidenza.
Se poi tra la curiosità si arriva ad una domanda che va oltre il villaggio turistico, l’escursione guidata con mille altre persone, i percorsi preconfezionati sulla “cartolina” di questo o quel posto; beh allora si che se ne sentono delle belle.
Tra gli scaffali di una libreria cercavo qualche libro che trattasse il viaggio in maniera diversa, qualcosa che mi potesse dare uno spunto per le mie prossime tappe da qualche parte, in qualche luogo ancora non dato, non scritto, non vissuto.
Esperienze di qualche viaggiatore, magari ”backpacker”, che potesse trasferirmi la voglia di scoprire un punto nel globo ancora da me sconosciuto.
E cosi mi sono imbattuto quasi per caso in “Tales of Nowhere”, una raccolta di racconti che trattano il viaggio per episodi di vita che vanno oltre l’ovvio del monumento, palazzo, rovina, paesaggio di cui il mondo è pieno.
Library Garden – Istanbul ‘07
Schegge di vita, che raccontano “storie inaspettate da luoghi inaspettati”, piccoli episodi che cambiano il corso del viaggio rivelandosi, la vera scoperta, il vissuto di quel luogo che va oltre quello che le guide trattano, i punti da visitare delle mappe turistiche.
Quei piccoli grandi eventi che cambiano in corsa il viaggio, che lo deviano ne creano uno nuovo con ritmi e sapori diversi.
Neanche a metà libro e già mi sento appagato dalla scelta, e se prima iniziavo ad avere qualche idea più concreta ora il viaggio che verrà e ancora tutto da decidere.
Stay tuned!
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