La valletta, 12 agosto 2009
In un flusso simile a quello del mare, che cambia si d’intensità ma che mai si placa, in cui tutto scorre come un’unica corrente, continua e mai alternata;
la vita di bordo è cosi, fatta di lavoro quotidiano intervallato da momenti che mai si possono definire realmente di vita privata.
In un continuo movimento passano i giorni, le settimane e i mesi.
Le serate con amici anche se divertenti sono sempre vissute tra le paratie di metallo che circondano la nave.
I momenti di svago sono condizionati dall’ambiente circostante, ben definito e delineato.
L’opposto dei mesi passati a casa, l’inverso che viaggiare zaino in spalla per scoprire qualche nuovo luogo, in una ricerca di cultura, esperienze, avventure ed incontri che solo il viaggio da “backpacker” riesce a regalarti.
Intensi momenti vengono vissuti qui a bordo, gioie & dispiaceri, passioni & e noia infinita.
Sunshine – Caribbean Sea ‘06
Tutto come se un filo nascosto ti sia sempre legato addosso, quello che ti trattiene il tuo tempo e che lo assorbe appieno, sempre delineato in una cornice stabilita in un mare immenso.
L’intensità della vita sulle navi è diversa da molte altre, che si vivono sulla terra ferma.
Un momento di pausa, può essere interrotto dal lavoro, anche se fuori orario bisogna dare il proprio contributo.
Le emergenze e fuori programma, sono una costante, essere partecipi un dovere.
La settimana fatta di quei cinque giorni di lavoro, il venerdì sera vissuto più intensamente del sabato, lontani ricordi.
Ritmi diversi, che trovano appagamento nelle loro pause.
Pochi, anzi pochissimi impieghi danno la possibilità di stare dei mesi interi senza essere forza lavoro.
Ecco il vero vantaggio per me di quest’esperienza.
Quella lancia che ti porta a terra, e ti cambia la corrente, i ritmi di nuovo alternati e la libertà di scegliere dove, quando e cosa fare; tutto mosso da onde mai uguali une dall’altre.
Le persone che ti stanno attorno; sulle navi non si scelgono, ma si trovano.
I bei ricordi e quelli meno, vengono delimitati, chissà se avrei mai incontrato tutte queste persone in qualche altro posto.
Gente con cui lavori, mangi, ridi, ti scontri e vivi, sono sempre intorno a te, che ti piaccia o no.
Abili doti da diplomatico in un equilibrio sempre precario, nuotando per cercare la corrente giusta con tutti o quasi.
Quella condizione che tante volte ti ferma la lingua, e ti fa ragionare più a lungo, quella emozione vissuta a metà.
In una costante positiva, cercare di essere se stessi, non lasciandosi cambiare ma vivere adattandosi alle situazioni e non subendole, sfruttando l’esperienze.
L’onda va cavalcata, affrontata, e a volte dominata.
Oblot time!
Genova, 07 agosto ’09
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