Bangkok, 10 febbraio 2009
Non ancora assopiti gli effetti dell’ultimo party a Bondi Beach di sabato sera,
un pò come un arrivederci.
Il tutto è finito con un piatto di pasta DOC e discorsi sui massimi sistemi a casa di Niccolò.
Neanche il tempo di tornare al Wake Up che era già ora di rimettersi zaino in spalla per partire di nuovo;
destinazione Thailandia.
La fortuna è dalla mia parte, sul volo ci sono molti posti liberi, mi distendo come se fosse un letto su una fila di quattro posti, riesco a farmi cosi degnamente svariate ore di sonno.
L’arrivo a Bangkok all’una di notte è una storia tutta da raccontare.
Ritirato lo zaino e cambiati gli ultimi dollari australiani in una cospiqua “mazzetta” di Baht Thailandesi, mi dirigo verso la zona dei taxi.
Su vari forum e su consiglio di Lucio, cartina alla mano e idee chiare ne prendo uno.
Il tipo ovviamente non parla ingliese, anche il tentativo di comunicare a gesti non porta a grandi risultati.
Dopo pochi minuti arrivo in una zona praticamente di campagna, il nulla attorno.
Presa una vietta con qualche baracca, ecco l’Hotel.
Ma qualcosa non và, dalle foto viste sul web ho l’impressione che abbia sbagliato posto.
Infatti, la tipa alla reception capisce che sono uno dei molti che cade nella trappola dello stesso nome,
mi porge una brochure di quello “originale” e chiama il taxi per raggiungerlo.
Ne arriva uno molto più malandato degl’altri non c’è l’aria condizionata, cosa fondamentale anche nel cuore della notte ai tropici.
Il tassinaro anche lui ovviamente non parla l’inglese ma ciò che è peggio che anche allungandogli la mappa con l’indicazione della posizione dell’Hotel fatica a capire.
Dopo più di un ora a girare a vuoto su Sukhumvit Rd. e svariate inversioni di marcia.
Cerco di fargli capire che andando in direzione dell’aereporto si incontrano le traverse con numero dispari e nel lato opposto le altre.
Perdo la pazienza, ma alla fine riesco ad arrivare alla meta.
L’albergo è in periferia, Bangkok è una megalopoli da dieci milioni di abitanti sviluppata quasi completamente su abitazioni di due-tre piani.
CI sono zone con grattaceli e palazzi commerciali, ma perlopiù la città è “spalmata” su un territorio vastissimo da costruzioni dal dubbio gusto architettonico e dalle precarie condizioni di manodopera.
La camera è ok, il servizio anche per circa 25 € a notte la scelta non è stata del tutto sbagliata a parte la distanza dal centro.
La giornata di ieri parte di buon ora, preso un taxi in direzione centro inizio a scoprire la città di giorno.
Il traffico è caotico, lo smog è davvero impressionante, ai semafori principali un grande timer segnala il tempo di attesa per il verde …
Ai lati delle strade si alternano costruzioni fatiscenti e malandate con palazzi commerciali di nuova costruzione.
I bus che servono la città sono di vario tipo, quelli con l’aria condizionata sono sempre quasi vuoti.
I thai scelgono di prendere i più economici che ne sono sprovvisti.
I “tuc tuc” zigzagano per la strada, ognuno è diverso dall’altro la personalizzazione dai gusti un pò naif ha contagiato tutti i tipi che li guidano quasi sempre con una mascherina per lo smog.
Arrivati presso la zona dei templi è il Grande Bhudda, conosco due ragazzi uno Francese e uno Svizzero anche loro reduci dal WHV in Australia.
Partiamo insieme alla scoperta di complesso veramente impressionante, l’architettura le geometrie degli edifici danno stupore al visitatore.
Ci fanno indossare dei pantaloni gli “short” non sono permessi, ma le inseparabili infradito quelle hanno il lascia passare.
La visita è piacevole, la vista del grande Bhudda lascia di stucco.
Ripreso il cammino alla ricerca di un posto dove mangiare un boccone finiamo per una zona non turistica.
E’ il mercato dei fiori, colori intensissimi si alternano sui migliaia di botteghe, il puzzo pesante quasi annulla le loro fragranze.
Il cielo è privo di nuvole ma con una pesante patina che copre la vista del sole.
Siamo gli unici “ospiti” stranieri almeno in quel momento, con difficoltà troviamo la via d’uscita.
Lungo il percorso incontriamo altre zone con commercio specifico, quello dei gioielli, quelli degli articoli militari e delle Coppe e persino un dedalo di vicoletti con il mercato delle attrezzature audio.
Raggiunta finalmente una parte ricca di shop che vendono mercanzia contraffatta, ci sediamo in bar per mangiare una cosa.
E’ festa nazionale, vietata la somministrazione di alcolici, il tipo ci porta le birre in un odioso bicchiere tipo Mac.
Conosciamo tre ragazzi tedeschi, uno scopro con stupore che vive e studia in Indonesia Marketing, strano ma vero …
Intanto per la serata devo dare il forfet ai miei piani.
Causa la festività i locali notturni sono chiusi, quindi mestamente rinvio tutto alla giornata di oggi.
A presto con il continuo del viaggio nel regno del Siam !
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