Sabaudia, 30 maggio 2008
Quella mattina a Cairns proprio non ne volevo sapere di prendere l’aereo per tornare a Sydney.
Lasciare il caldo, la bella gente e tutte quelle esperienze vissute in poco meno di una settimana…
Sapevo che a parte il piacere di incontrare nuovamente molti amici nel capoluogo del NSW, avrei trovato inesorabilmente un clima ben diverso dal tropicale clima autunnale del Queensland.
E poi lasciare quell’ostello soggettivamente eletto come il migliore dell’intera esperienza australe, beh proprio la cosa non mi andava giù …
Temporeggiando tra il cercare di caricare su youtube l’ormai famigerato video dei miei Bungy Jumps e passare sul pc le ultime foto di Cape Tripulation si è fatta presto l’ora di salire sullo “shuttle” del “Calypso” per raggiungere l’aeroporto di Cairns.
P.S. il transfer anche questo gratuito, non cosa comune per gli ostelli…
Il volo in sole tre ore mi avrebbe riportato a Sydney, e io li a pensare che con il “Coach Greyhound” ne avevo visti passare di chilometri sotto le natiche e di notti insonni per salire fino all’estremo nord.
Troppo ottimisticamente vestito con degli shorts e t-shirt, mi ritrovo alle undici di sera di un anonimo sabato all’aeroporto di Sydney con i miei backpacks addosso ad aspettare lo shuttle per l’”Asylum” con un aria decisamente più “frizzante”…
Il tipo arriva e “raccatta” più gente possibile è la sua ultima corsa della giornata, quel simpatico giapponese sempre vissuto in OZ arrotonda con qualche ora dedicata ai passaggi per i backpackers .
Quando davanti lo YHA Central lo vedo fare una ovviamente vietata inversione ad u, quasi sono contento …
E’ cosi arrivo al di nuovo al mio primo approdo australe, curiosamente non si trovano le chiavi per la stanza a me assegnata, nessun problema ne guadagno un posto in una camera da quattro.
Il posto come detto in passato non è che sia il massimo ma la vista dalla finestra di quella stanza al chiaro di luna ha un suo perché …
Sydney Night Skyline from Asylum
La notte è ormai inoltrata in quel letto “incastrato” in una rientranza di quella asimmetrica stanza decido di chiudere le trasmissioni per la giornata.
La domenica presentava un interessante programma, incontrarsi con gli amici di Sydney,
Lucio, Sojola e Manuel per poi incamminarsi verso “Primo Italiano” una manifestazione di cui il titolo già può far capire il senso.
Mille bandierine sono appese tra le case, gazebo dispensano piatti e specialità di improbabile provenienza italica ..
Un “hotel” si è organizzato per l’occasione, tavolini in stile trattoria con le classiche tovaglie a scacchi
rosso-bianchi e l’aperitivo!
L’ora era perfetta e non ci siamo potuti sottrarre ad rito tipicamente italiano.
La colonna sonora del posto era un dj che suonava remix in stile disco di canzoni del calibro di “Azzurro” o dei datati “Articolo 31”.
Ecco in questi momenti ho paura che gli Ozzie possano pensare che veramente noi ascoltiamo delle robe così …
Come dovuto l’aperitivo apre lo stomaco, e mi avvento su un panino ipercalorico, quel mezzo chilo di roba riporta a full le mie energie …
Su di un palco poco distante una visione: un perfetto sosia di Pavorotti intona famose “arie” nostrane.
Consumata l’ugola scende per addentare anche lui un panino …
Io non resisto dalla tentazione, foto !
Me & Pavorotti – “Primo Italiano” – Sydney
Lo metto nei guai, iniziano tutti a voler delle foto, il suo panino non conosce la giusta morte tra le fauci del corpulento sosia.
In quelle due vie ci sono davvero tutti i connazionali Sydneiani e allora ne approfitto con i saluti.
“Ma che fai, di già ritorni in Italia?”, “Sprechi il tuo WHV cosi?”
“Beh non mettiamola in questi termini, io me ne vado perchè ho già un lavoro e pure ben pagato e non di certo in Italia, quelle benedette navi …. Noi marittimi la chiamiamo la malattia del ferro. Uno non riesce a mettere radici sulla terra ferma, il richiamo delle sirene ci richiamano sempre per mare. E poi per tornare a downunder c’è sempre tempo! Nessuna opzione e chiusa … Ma ora è il tempo di tornare …”
Insomma, io penso che la cosa sia soggettiva, il mio punto di partenza lavorativo intendo, è più conveniente della nuova “gavetta” eventuale, dovuta e necessaria in OZ.
Per tutto il resto lo so, l’ho vissuta quest’Australia quello che può offrire questa meravigliosa terra …
E soprattutto il mio lavoro mi permette di avere anche periodi di “libertà” anche di diversi mesi che difficilmente si potrebbero trovare altrove … E per viaggiare questo è una manna dal cielo.
La passeggiata continua in direzione del marcatino in chinatown, corsa ai souvenir da portare in Italia.
Ok, un’altra volta come parecchie volte in questo viaggio è il momento dei saluti, ma non è detto che ci si incontri di nuovo …
L’ultima cena all’Asylum non è il massimo, ma non importa, ancora poche ore e sarei tornato ad una sana e completa nostrana “dieta mediterranea” …
Voglia di uscire la sera proprio non c’era piuttosto meglio preparare il post di “Cape Tripulation” non potuto caricare poi per via di quei computer senza word il mio copia incolla … è stato rimandato al ritorno in Italia …
La mattina lo shuttle passa puntuale il driver di oggi e un libanese che a voglia di far due chiacchiere, sono solo con lui per 12 dollari quella corsa incredibilmente economica a differenza del taxi che mi ha scucito 45 dollari all’arrivo due mesi prima …
Ho molte ore prima del volo davanti a me, decido con il mio carrello di fare un lungo “gran premio” per l’aeroporto di Sydney.
Cerco uno di qui gazebo in cui ti “impellicolano” al meglio lo zaino, la paura non è quello di un furto ma bensi di vedere quel nastro a Fiumicino vuoto.
Trovato; ma qualcosa non mi quadra, la signora di chiare origini Asiatiche invece di tirar fuori quella benedetta pellicola, pensa bene di passare quei nastri di plastica per proteggere gli scatoli di aggeggi elettronici, insomma quelli con cui si combatte prima di raggiungere l’oggetto distante pochi centimetri di cartone tutto intorno al mio zainone che ora sembra un bell’arrosto ….
Il tutto a nove dollari, e ovviamente senza l’assicurazione …. “Ma vaffà!”
Arrivato al consueto controllo doganale del bagaglio a mano, vengo invitato a mettere il pc a parte …
Tardo alla fine del nastro a rimetterlo nello zaino, non ho fretta.
Un poliziotto, fa segno di andare verso di lui, mi dice qualcosa in un non proprio ortodosso inglese, pensa che non sapessi la lingua ….
Fidatevi un Indiano non ha una pronuncia inglese da Oxford.
Mi fa leggere un foglio, insomma sono uno di quei fortunati selezionati “a caso” per un controllo per “bombe & esplosivi” ….
Forse la mia barba di qualche settimana e il colorito acquisito nel caldo nord mi hanno fatto passare per un pericoloso terrorista ….
Ovviamente non trovano nulla , e l’Indiano mi fa le classiche domande del tipo”Come si dice buongiorno in italiano? ”
No comment.
Trovo un chiosco con internet gratis ….
Non mi sottraggo all’ultima navigata australiana, tra facebook ormai diventato una “droga” il buon vecchio msn che dispensa notizie clamorose da parte di un amico italiano, trovo anche il tempo di vedere il corriere che da sempre le solite notizie e Beppe Grillo che sempre più le canta di santa ragione…
“Famosela pija a bene”
Le ventisei ore di volo seguite, passate tra qualche birra e quel cavolo di giochetto che mi a fatto scervellare per ore …
E poi quest’idea di mettere la telecamera sul muso dell’Aereo, vi dico che alcuni atterraggi li avrei fatti meglio io forte della mia esperienza da simulatore …. Ahahahah !
Ok, eccomi li prima a Malpensa e poi a Fiumicino, il contatto con l’Italia dopo due mesi è senza grossi scossoni.
Logomaco is back!
Appuntamento nei prossimi giorni per i “flashback australi”
Stay Tuned !
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